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Spero siete stati tutti soddisfatti dell'allenamento con il M° Otsuka. Al di là del contenuto strettamente tecnico delle lezioni, credo sia stato importante per tutti guardare "dal vivo" il caposcuola del nostro stile, vale a dire, andare direttamente alla fonte di quello che poi, quotidianamente, ci viene trasmesso dai vari responsabili tecnici attraverso i vari gradini dell'apprendimento: il maestro Shiomitsu, la direzione tecnica dell'Accademia e, per quando vi riguarda, noi, come maestri del dojo in cui vi allenate.
Credo che, a tutti i livelli, questo sia molto importante per avere sempre una visione globale di quello che si sta praticando e, soprattutto, per cercare di cogliere come, nonostante dal punto di vista dei singoli movimenti o delle singole tecniche vi possano essere diverse interpretazioni o differenze, il concetto che sta alla base del nostro stile rimane fisso e costante nel tempo. Questo non significa che il Wado-Ryu non si aggiorni, ma solo che quanto è stato elaborato dal suo fondatore e che lo caratterizza non viene perso nel tempo.
Probabilmente questi concetti a chi è all'inizio del suo percorso potrebbero sembrare un po' complicati, ma con il passare degli anni di pratica assumeranno via via sempre più senso.
Nella mia esperienza di ormai 25 anni di Karate Wado-Ryu credo di poter affermare che guardarsi intorno, osservare le diverse "versioni" di una tecnica o diversi modi di interpretarla, sia solo un arricchimento. La cosa fondamentale è non perdere di vista il "concetto", la filosofia che sta alla base di quel movimento o di quel colpo, per questo è importante, ogni tanto, tornare alle origini rappresentate, nel nostro stile, dal M° Otsuka.
Di quello che avete visto nelle giornate di sabato e domenica mi piacerebbe che manteneste il concetto, il "principio", che non vi fissaste troppo sul piede più dritto o più ruotato, sul "nome" della posizione di gambe o sul pugno con "ipponken" o piatto; queste cose sono facili da correggere o da adattare; ma muoversi con fluidità, uscire dalla traiettoria di un attacco, parare vicino al corpo, tenere la distanza corretta per contrattaccare, non perdere l'equilibrio e non mettersi in condizioni di essere vulnerabili, tanto per citarne alcune, sono cose un po' più complicate da allenare e soprattutto da trasferire. Per questo osservarle eseguite dal massimo esponente del nostro stile, da colui che le ha ereditate (e non solo in senso figurato) direttamente da chi le ha elaborate, probabilmente vi aiuterà ad avere un idea più chiara di quello su cui dovrete (dovremo) lavorare.
Buon Allenamento.
Francesco
A.S.D. Yamashita Club
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