Sicuramente le aspettative erano maggiori dei risultati. Le gare, tuttavia, sono un evento a parte. Nonostante mesi di allenamenti e sacrifici, di sudore e fatica, tutto si risolve in 2-4 minuti di gara.
Le prove della vita spesso sono incomprensibili, apparentemente. A volte sono un ostacolo, più o meno ostico, che può fare da spartiacque per il futuro.
Detto ciò, siamo comunque contenti dei nostri ragazzi. Si sono battuti in una gara internazionale, in cui sicuramente la presenza italiana era a dir poco sproporzionata e che, probabilmente, ha forse un po' mitigato la natura dell'evento.
Ad onestà del vero li abbiamo visti in prove migliori. Anche gli arbitri.
Strano come atleti che al primo turno hanno ottenuto il punteggio più altro, di diversi decimi, in finale arrivino giù dal podio.
D'altronde le gare sono così e se ne accettano regole e conseguenze. Si lavorerà per le prossime. Le precedenti, i nostri ragazzi, le hanno sempre vinte tutte... Un singolo episodio, per quanto importante, non pregiudicherà la passione dei nostri ragazzi per questo sport né la fiducia riposta in loro dalla AWKJI. Per noi hanno comunque dimostrato di saper gestire una gara così lunga e complessa, nonostante la loro giovane età. Nelle foto appena pubblicate sul sito si vede bene.
Queste le considerazioni personali. La cronaca invece dice che la nostra Maria Rosaria Calvi si è classificata terza nella sua categoria (Cadetti, kata). La lotta era dura. In finale le quattro ragazze avevano solo tre decimi di distacco tra di loro. Due addirittura lo stesso punteggio. Alla fine la differenza la fanno i piccoli particolari e un pizzico di fortuna.
Questo risultato ha addolcito la pillola ma rimane l'amaro per episodi che hanno segnato quella che poteva essere la conferma internazionale dell'alto valore dei nostri ragazzi. Hanno comunque vinto per carattere e sportività. Ora riposo e divertimento, dopotutto sono sempre ragazzi.
I nostri arbitri invece, Francesco e Luca, hanno dato ottima prestazione sia di capacità valutative che di correttezza etica. Hanno ben tenuto il confronto con arbitri internazioni più esperti di loro. Giudicare atleti al loro ennesimo campionato europeo non è facile come una gara normale. Si hanno sicuramente più pensieri e si sentono più responsabilità.
Complimenti.
Abbiamo notato come il livello della competizione sia stato alto. Ottimi kata e magnifici kumite. Normalmente, ahimè, in queste gare è facile che la nozione di controllo al volto non venga applicata alla lettera e che diversi atleti eccedano quindi nei contatti al viso. Questo è avvenuto solo in due dei tantissimi combattimenti sostenuti. In entrambi i casi uno dei due contendenti era sempre lo stesso. Sicuramente il regolamento era chiaro e condiviso, quasi da tutti. La categoria open del kumite d'altronde è la più difficile ma anche la più bella e spettacolare.
Vorrei ringraziare tutti i ragazzi della palestra che sono venuti a supportare i nostri atleti. Chi ha tifato, chi ha scattato foto (che pubblichiamo sul sito), e chi semplicemente è venuto a vedere e per stare in compagnia di persone che non si rivedeva da anni.
Per me la più grande soddisfazione era, e lo confermo ora più che mai, poter essere nella squadra nazionale con i miei tre allievi. Traghettarli in modo ovviamente metaforico, nel mondo dei grandi. Con la speranza, più una ferma convinzione in realtà, che crescendo lo saranno ancora di più.
Attendiamo i risultati completi per poi per poterli pubblicare.
Alessandro Venanzoni
A.S.D. Yamashita Club
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